LA GIUSTIZIA
Quando un cittadino, in questa Nazione e soprattutto nella regione Calabria dove sono nato, crede di poter far valere le proprie sacrosante ragioni, nel migliore dei casi viene ignorato o, peggio, perseguito e perseguitato alla stregua dei peggiori delinquenti, cadendo nella morsa di una vera e propria “setta” che agisce impunemente e all’insegna di una aleatoria democrazia a cui viene dato il nome di Magistratura.
Per questo, tutti gli sprovveduti, i quali pensano che in questo Paese si sia governati da uno Stato di diritto accettabile e da una giustizia tanto grande al punto di sentirsi in dovere di esportarla là dove non c’è, non solo sono trattati da boiardi, ma non devono neppure lontanamente pensare di contestare o contrastare questo modo di governare da parte di coloro che detengono il potere, pena non la distruzione fisica tramite il rogo (di antico retaggio medievale), bensì la totale eliminazione della dignità e dell’orgoglio della persona medesima.
Ormai in Italia scandalizzarsi è divenuto uno sport inutile, così come esigere giustizia, mentre le applicazioni delle leggi si è rivelato oltremodo superfluo e pericoloso per coloro che denunciano, pretendendo, in tal modo, di difendere la propria libertà individuale e collettiva. Però la cosiddetta democrazia prevede di stare nel gruppo, nel branco, perché starne fuori vuol dire isolarsi, con il rischio di farsi sbranare, ma è il solo modo per respirare l’unica ventata di libertà possibile.
I lupi e gli uomini per questo si aggregano: per scaricare gli uni sugli altri le proprie responsabilità.
Esiste una certa forma di democrazia all’interno dei partiti politici dello Stato e non nell’ambito dello Stato (significando che dovrebbe riguardare tutti, indistintamente, per cui diventa un limite culturale che porta inevitabilmente all’annullamento della democrazia stessa).
Tutte le forze politiche che si attribuiscono l’appellativo di liberiste non sono altro che espressione di una concezione autoritaria, incompatibile con ogni forma di libertà e di vita democratica.
Dietro i sorrisi e le strette di mano di circostanze esiste un clima di intimidazione e di minaccia, fingendo di ergersi a paladini della Costituzione, interpretata a loro modo e comodo, strumentalizzando ogni aspettativa futuribile da parte delle masse, portando ad uno scardinamento finale, per quel che ancora ne è rimasto, dello Stato democratico.
Tutti i partiti mirano a disarticolare lo Stato e a vanificare i poteri per tramite della magistratura, costituendo le premesse, affinché da una situazione di generale sfasciume, sorga da ogni parte l’invocazione per un’ascesa al potere di uno di essi. Sarà questo il grande momento trionfalistico per l’ignoranza più subdola, ed è questo il vero, grande problema del Paese Italia.
Infatti, assistiamo oggi ad uno spettacolo indecente e immorale, dove a recitare sul palcoscenico sconsolante della vita e dei tribunali, sono dei buffoni inquietanti; uno spettacolo di inefficienza e di leggerezza cui fa seguito una impunità politica diffusa, frutto di patteggiamenti, di minacce, di reciproche concessioni e di generale disinteresse; una un’impunità divenuta regola, mentre le scorciatoie per proteggere i propri simpatizzanti sono divenute disgustose.
Avviene in tal modo che la legge per i propri amici venga interpretata e per la gente comune invece, applicata nella maniera più ridicola e riprovevole.
Un’arroganza senza pari e senza limiti, messa in atto e alimentata da privilegi illimitati che offendono l’intelligenza delle persone oneste, pari solo al disinteresse della politica e alla mediocrità degli italiani.