LA SANITÀ
Da tempi immemorabili nel Bel Paese Italia gli indigeni del luogo hanno sempre provato una grande goduria nell’imitare o copiare gli stranieri: gli inglesi in campo musicale, gli americani per avere loro fatto omaggio di quello “okay” che devono pronunciare almeno dieci volte al giorno e che li fa sentire grandi conoscitori di lingue.
Sono pronti a scendere in piazza per protestare se un ragazzino Rom viene redarguito per aver rubato ripetutamente; inoltre giustificano qualsiasi tipo di malefatta, purché perpetrata da uno straniero, pena: essere tacciati di razzismo.
Insomma, in questo straordinario e servile paese è in atto una politica in favore degli extracomunitari in nome della globalizzazione che esalta i loro sacrosanti diritti, ma che serve solo a fare retorica e per aspirare ad una generale beatificazione da parte della Chiesa.
È lo stesso Paese che si dimentica però delle migliaia di famiglie che hanno quotidianamente a che fare con una moltitudine di persone che soffrono di gravi problemi di handicap e che non riescono a gestire per la totale mancanza di sensibilità di chi governa, accentuando in tal modo l’alto grado di inciviltà in cui hanno sempre versato i discendenti di Enea.
È proprio vero che siamo tutti “figli di Troia”.
A tutto questo va aggiunto l’assoluto disinteresse per i diversi, per la mancanza della ricerca nel campo della medicina, non ultimo il problema dell’eutanasia, ecc.
Un dolore assurdo ma reale, che investe tantissima gente e che alcuno si preoccupa di alleviare, sostenendo, così come sarebbe giusto, le tante famiglie che lo patiscono.
Perciò, la totale mancanza di rispetto da parte delle Istituzioni per la sofferenza di migliaia di persone sfortunate spesso accentuate dal bigottismo e dall’integralismo religioso che rende inefficiente la politica che dovrebbe invece offrire i mezzi per alleviarla, ci rende impotenti e proiettati, nostro malgrado, in un processo di disumanizzazione divenuto ormai consuetudine.
Accade così che ci sentiamo derubati dalle nostre speranze, della dignità del vivere e perfino di quell’orgoglio che aiuta gli individui a sentirsi uomini liberi, da parte di una politica limacciosa e suddita di un potere clericale, invadente e vomitevole che pretende di gestire, oltre che le nostre anime, anche la nostra vita terrena, sbirciando con goduria e spudoratezza perfino tra le lenzuola dei nostri letti.